Intervista all’autore: Siro Comencini

Care lettrici e cari lettori,

oggi vi propongo l’intervista a Siro Comencini, autore del libro “Step back” pubblicato da QuiEdit.

Se volete recuperare la mia recensione, potete cliccare qui.

Intervista

1 – Chi è Siro Comencini e che tipo di scrittore sei?

Siro è una persona passionale, che ha deciso di fare della propria vita uno strumento al servizio delle emozioni, consapevole di volersi consumare nella bellezza dell’esperienze.

Ho passato anni a rincorrere la parte migliore di me, tanto nel lavoro come nello sport o nell’amore, oggi ho scelto invece di darmi la possibilità di esistere senza giudizio di merito su quanto mi accada.

Credo e spero di essere uno scrittore sincero, profondo anche se talvolta tagliente.

Di sicuro metto al centro della mia scrittura l’espressione verace e diretta di quanto intendo condividere, senza compromessi per quanto concerne l’approfondimento emotivo.

2 – Come ti descriveresti con tre aggettivi e quali passioni/hobby hai nel tempo libero?

Trovo sempre difficoltà nel definirmi o definire gli altri per semplici aggettivi, ma volendo riassumere direi che mi piace mettere cuore in tutto ciò che scelgo di fare o preferisco non farlo affatto.

Mi piace tutto ciò che contiene espressione e verità, che si tratti di arte nella sua forma più alta o gesti semplici nelle forme più umili.

Mi potreste trovare in abito alla scala a vedere Giselle, come in t-shirt dentro una trattoria di quartiere a mangiare delle tagliatelle fatte con amore dalle mani consunte di una nonna.

Ho sempre amato la notte molto più del giorno, anche se per motivi di lavoro sono costretto a viverla meno di un tempo.

Il mio tempo libero lo passo ad allenarmi, ad ascoltare testi su testi nelle musiche più diverse, e con qualche amico fidato a fare quattro sane risate davanti ad un americano serio.

3 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Step Back”?

Step back è nato per la volontà di parlare ai ragazzi che alleno della vita stupenda che mi è stata regalata grazie all’insuccesso nella pallacanestro professionistica.

C’è pieno di testi che parlano di come farcela, di talento, di campioni, di ricchezza, ecco l’idea era quella di dare voce e sottolineare la meraviglia che può celarsi dentro il 99% delle vite di persone che non hanno raggiunto un singolo grande traguardo ma una miriade di quotidiani micro-successi.

4 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole?

Sincero, intenso, coinvolgente.

5 – Un pregio e un difetto del protagonista?

Come pregio direi l’attenzione al dettaglio, come difetto forse l’eccessiva tendenza all’introspezione più profonda.

6 – Ci racconti qualcosa del tuo rapporto con lo sport?

Lo sport per me è arte, un modo per rivelare me stesso ed esprimerlo attraverso i movimenti che lo compongono, è il mio modo di spingermi oltre i miei limiti e cercare di trovare il meglio di me.

Ho iniziato a praticarlo fin da bambino spinto dai genitori come molti, ma ho scelto di amarlo e sopportarne i sacrifici fin da adolescente.

Non trovo differenze tra un ballerino che spende ore nella ripetizione di un movimento per trovarne l’esecuzione perfetta ed un nuotatore che passa ore in acqua a correggersi per scivolare meglio sulla superficie.

Per me lo sport fornisce a tutti noi la possibilità gratuita di scoprirci, di educarci al rispetto di un avversario, di impegnare mesi ed anni per una missione, e di insegnarci quanto possa essere bello sacrificarsi per un obbiettivo comune.

7 – Quale messaggio, tra i tanti, vorresti che arrivasse ai tuoi lettori?

Non conta lo sport praticato, il livello a cui lo si pratica o il risultato ottenuto.

Quello che conta è avere la possibilità di portare sé stessi in campo, di esprimere la propria personalità nel gioco, di correre sulle proprie paure e di sconfiggere la resistenza dettata dall’assenza di ambizione.

Piccolo o grande che sia il traguardo, sarà comunque un passo oltre quello che eravamo prima di ottenerlo.

8 – Quali sensazioni hai provato durante la stesura?

Ho provato un arcobaleno intero di emozioni, tutte le sfumature che ho descritto arrivano dritte dalla parte più profonda di me.

Ci sono momenti di gioia in cui mi sono ritrovato a ridere, come di sconforto più totale quando descrivo gli stati d’animo dopo un infortunio.

C’è molto dentro questo romanzo, molto più di quanto si possa immaginare pensando ad un libro che parla di amore per la pallacanestro.

9 – Ci puoi raccontare un aneddoto in particolare?

Non c’è un aneddoto sopra gli altri, diciamo che trovo fondamentali i capitoli in cui descrivo come mi dedicavo silenziosamente a questo grande amore della mia vita, in totale assenza di dialogo con i genitori e gli amici.

Quelli in cui spiego nel dettaglio cosa significhi amare qualcosa al punto tale di non volerne parlare a nessuno, un po’ per paura di essere trattato senza rispetto sull’argomento, un po’ per l’incapacità di esprimere quanto fosse in alto dentro di me il valore di questa cosa.

10 – Infine una curiosità: qual è stato l‘ultimo libro che hai comprato e/o letto?

L’ultimo in ordine di tempo è Norwegian wood di Murakami che mi è piaciuto molto, ma in generale adoro Sparks, il suo modo di descrivere sentimenti ed emozioni mi travolge completamente.

Biografia

Siro Comencini (1981), professionista del commercio internazionale con esperienza da formatore in ambito di comunicazione d’impresa, agonista di buon livello in alcune discipline sportive ed allenatore di pallacanestro per passione, approda alla scrittura come forma di espressione pura, lontana dall’ambito professionale ma vicina in termini di ambientazioni e vissuto in essa intensamente riportati.

Nel 2020 pubblica Ikigai, il suo primo romanzo, con tutta la necessità di risposte di chi attraverso l’amore prova a dare una linea guida nel percorso verso la felicità.

Torna nel 2022 con la stessa voglia di viaggiare tra i sentimenti umani torna a parlare di amore ma verso lo sport,

Grazie di aver risposto alle mie domande!

Alla prossima

Gabrio

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