Racconti dall’aldiquà

Titolo:  Racconti dall’aldiquà

Sottotitolo: Caleidoscopio d’amore in dodici scatti

Autore: Franco Piol

Editore: Augh! Edizioni

Collana: Frecce

Pagine: 141

Prezzo: € 13,00

Uscita: 30 maggio 2020

Recensione

Come libro di racconti ho deciso di leggere, questo mese, “Racconti dall’aldiquà” scritto da Franco Piol. Un titolo molto originale e specialmente con un sottotitolo accattivante e che incuriosisce.

Il libro è suddiviso in 12 capitoli, chiamati appunto anche scatti. In ognuno di essi, l’autore ci propone una storia genuina e particolare che arriva dritta al cuore per diversi motivi. Egli rappresenta gente normalissima, ma che, a volte, è messa in un angolo della società per vari motivi.

Si respira, ogni tanto, un’aria di tristezza e di solitudine, ma anche di generosità e di altruismo da parte di quei pochi che sanno leggere negli occhi di chi incontrano. Sono 12 storie scritte con molta delicatezza nonostante i vari temi trattati, infatti non c’è né cattiveria, né arroganza o maleducazione. A volte, al suo interno, si incontrano delle descrizioni persino poetiche come per esempio “Mare bambino” che è il racconto che ho amato maggiormente e che mi ha commosso.

La scrittura di Franco Piol è molto particolare, specialmente in alcune parti, infatti ci sono dei passaggi scritti in dialetto e altri in cui la sua penna risulta non convenzionale. Nonostante tutto ciò il libro riesce ad incuriosire, a farsi apprezzare e ad intrattenere in modo molto gradevole, toccando, ogni tanto, le corde della nostra sensibilità.

Ovviamente “Racconti dall’aldiquà” è indicato per chi ama il genere e per chi è appassionato di racconti. In questo caso ho riscontato che tutti i 12 scatti hanno un loro messaggio che vuole arrivare dritto al cuore del lettore. I racconti all’interno del libro affrontano tematiche diverse e trattano argomenti che riguardano anche una serie di problematiche umane.

12 specchi di vite umane che contengono una certa dose di sentimento, che si tratti di semplici azioni, che di parole di conforto. Tutto ciò penso sia per farci intuire che, nella vita, anche le azioni più comuni possono essere di aiuto a tutti.

I personaggi che popolano il libro sono di estrazioni diverse, hanno ruoli anche particolari o vivono la vita nel modo a loro più consono. Tra di loro mi hanno fatto molta tenerezza un bambino ed una delle suore del racconto/scatto “Suor Maria Geltrude”. Ogni scatto riesce a raccontare una situazione, ad immortalare un periodo particolare di qualcuno in maniera semplice, trasmettendo una vera dose di umanità che ci arriva in modo limpido e chiaro.

“Racconti dall’aldiquà” è un libro di racconti/scatti molto originali tramite i quali l’autore Franco Piol è riuscito ad affrontare bene determinate tematiche ed argomenti che meritavano di essere messi in risalto e lo ha fatto senza timore. Inoltre ce li ha proposti con grande garbo e delicatezza.

In quarta di copertina:

“Guardò Lirim con occhi luminosi e amorevolmente materni: una luce dentro si era accesa e le filtrava dalle pupille, trasmettendo alle sue mani tremori e fremiti che incendiavano l’aria, elettrizzandola.”

Trama

Come ogni ritrattista che si rispetti, anche Piol ha i suoi soggetti preferiti da immortalare nella tela della sua arte. E sono gli ultimi, gli emarginati, i paria – o, a volte, semplicemente i soggetti più deboli della società, come i bambini – a destare la curiosità più viva del narratore.

Si pensi alla prostituta e al ballerino albanese, clandestino e omosessuale, di Sola a testimoniar la luna, oppure al talentuoso, quanto squattrinato, attore di teatro e al gigolò malato di Aids la cui storia d’amore viene tessuta nel magistrale Morte a Mestre – un evidente omaggio al capolavoro di Thomas Mann – o ancora al partigiano di Questo è il fiore. E tutto viene visto con la levità di una favola – seppur a volte triste – accarezzata da uno sguardo carico di compassione per la “vittima”, salvificata da un quasi onnipresente lieto fine.

(dalla prefazione di Selene Gagliardi)

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