Intervista agli autori: Stefano Peiretti ed Elisa Gani

Ciao a tutti lettori e lettrici,

sono entusiasta perché oggi vi propongo, per la prima volta, una doppia intervista.

Infatti a rispondere alle mie domande sono Stefano Peiretti ed Elisa Gani autori del libro “Le trappole dell’anima” edito da “Pathos edizioni”

Ho proposto loro di partecipare all’intervista rispondendo senza consultarsi in modo da rendere il tutto più interessante, quindi sarà una sorpresa anche per Stefano ed Elisa.

Per leggere, invece, la mia recensione potete cliccare qui.

Biografia Stefano Peiretti

Nasce a Torino nel 1988, si laurea in Informatica presso l’Università degli Studi di Torino, consulente informatico, docente e formatore. Appassionato di didattica, pedagogia, psicologia, teologia, letteratura, musica e iconofilia. Diacono transeunte presso la Chiesa Cristiana Vetero-Cattolica. Attivista per i diritti civili e le pari opportunità. Autore di “Franco e Gianni – 14 luglio 1964” storia della prima coppia omosessuale sposata a Torino nel 2016. La sua determinazione nel lottare contro le discriminazioni e le violenze, l’ha portato a scrivere questo libro insieme a Elisa Gani.

Biografia Elisa Gani

Nata a Torino nel 1972, ma con l’anima e le origini toscane.Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Lavoro come coordinatore e tecnico autoptico presso l’ospedale di Ciriè (TO)

Ballerina professionista sin dalla tenera età. Appassionata da sempre di Arte, in tutte le sue declinazioni, mi sono avvicinata alla fotografia in quanto comunicazione al di là delle parole.

E come ogni forma d’arte, la fotografia permette di creare ciò che non c’era, esprimendo se stessi.

Sono sempre stata attratta dal potere descrittivo delle immagini. Attraverso i miei lavori racconto di me, la mia visione del mondo o di quella parte di esso che osservo. Cercando di fondere il tangibile con i miei sentimenti, cerco di mostrare il mio “punto di vista”. La narrazione antropologica è quella che preferisco (raramente fotografo paesaggi), a volte alternata a tocchi di ironia che

possono rendere i personaggi comici e fragili al contempo. Raggiungendo in alcuni casi anche l’astrazione o l’estremo surrealismo. Attraverso questa passione per la fotografia mi sono avvicinata al mondo dell’editoria e attualmente collaboro con la casa editrice Pathos Edizioni, come fotografa di copertine, correttore bozze e editor, conciliando così tutte le mie passioni: lettura, scrittura e fotografia.

Intervista doppia

1 – Come è nata l’idea di scrivere il libro “Le trappole dell’anima”

S. Il libro nasce da una storia vera. Io ed Elisa ci siamo conosciuti una sera a cena con un’amica in comune, Martina, nome ovviamente di fantasia, e dopo aver capito la situazione in cui si trovava, abbiamo fatto di tutto per spronarla a uscire dal suo dramma, da quella storia malata.

Così con il tempo io ed Elisa ci siamo confrontati e abbiamo scoperto che sia io sia lei avevamo scritto le nostre emozioni, i nostri vissuti di quei tremendi giorni, al fianco di un’amica, su un diario. Elisa, dal suo racconto era evidente, essendo una donna, che è entrata più in empatia con Martina, la capiva di più. Io, nei panni di Paolo, l’amico di Martina, non riuscivo chiaramente a capire come Martina potesse continuare ad “avere il prosciutto davanti agli occhi”, come non si accorgesse che stava vivendo una storia malata.

Ovviamente da uomo che si occupa ormai da anni di temi sociali, scatta quel carattere di protezione verso chi è in difficoltà, da una parte far di tutto per spronare la vittima consigliandola e accompagnandola cercando di far rete tramite associazioni e specialisti, dall’altra quella voglia di “andar a spaccare la faccia” all’abusante.

Unendo insieme i due diari abbiamo capito che era necessario pubblicarlo per dare forza e coraggio a tante donne che ancora sono in difficoltà e non hanno la forza di reagire per paura, vergogna, poca autostima. Abbiamo inoltre capito che può essere un libro di lettura per i ragazzi delle scuole di secondo grado per iniziare, insieme ai loro insegnanti, un serio percorso didattico di lavoro e di riflessione utili per prevenire il fenomeno.

E. Questo libro, purtroppo, racconta una storia vera. Una storia di violenza di genere. La protagonista, Martina, esiste davvero ed è un’amica comune, mia e di Stefano. Nostro malgrado ci siamo trovati coinvolti in questa vicenda, inizialmente senza sapere che anche l’altro ne facesse parte.

Ci siamo conosciuti grazie a Martina, ad una cena. Durante questo incontro ci siamo confrontati sulla situazione che lei stava affrontando. Ognuno con i propri dubbi, domande e paure. Ognuno con la propria empatia e il proprio punto di vista. Ognuno atterrito dal proprio senso di impotenza. Parlando ci siamo resi conto che entrambi stavamo cercando di approcciare questo problema nel miglior modo possibile per la sicurezza e la tranquillità di Martina, ma che tutto pareva decisamente complicato.

Entrambi, impossibilitati a dormire a causa della schiacciante preoccupazione, trascorrevamo le nottate a scrivere di quello che stavamo vivendo. Come tentativo di esorcizzare la nostra paura interiore. Con il passare dei giorni e grazie alla nostra presenza e al nostro appoggio, la situazione è evoluta e senza spoilerare il finale non posso aggiungere altro…però ci siamo resi conto che questo tipo di approccio è servito molto a Martina.

Abbiamo deciso così di rendere pubblica la nostra esperienza e far sì che altre donne, ancora vittime di abusi o “intrappolate” in relazioni complicate e amori malati, potessero rivedersi in Martina, riconoscersi e trovare la forza e il coraggio di lottare ed uscirne. Vorremmo divulgare un messaggio di speranza.

2 – Mi descriveresti il libro con tre aggettivi?

S. Coinvolgente/Avvincente, Educativo, Attual

E. Schietto, introspettivo, coinvolgente

3 – Quali difficoltà, se ci sono state, hai incontrato durante la stesura del libro?

S. Non ci sono state in realtà difficoltà enormi se non quella di raccogliere il materiale ed editarlo per la pubblicazione. Il lavoro più grosso era stata fatto 😉

E. L’unica difficoltà incontrata durante la stesura è stata quella di trattenere la lacrime, vincere il forte impatto emotivo che suscitava dover rivivere, nero su bianco, i racconti di Martina e sentirli sulla mia pelle

4 – Come vi siete organizzati per scrivere il libro a quattro mani?

S. È stato semplice perché abbiamo unito semplicemente ciò che avevamo già scritto senza modificare le emozioni e i vissuti, ma togliendo riferimenti espliciti ai luoghi. Abbiamo voluto renderlo il più neutrale possibile per far sì che i lettori non avessero la percezione di trovarsi in un luogo specifico, volendo far capire ai lettori che tutti, indipendentemente dal ruolo sociale e/o economico, possono trovarsi nella situazione descritta nel libro

E. Abbiamo deciso che ognuno dovesse raccontare con estrema sincerità il proprio punto di vista e le proprie emozioni vissute nel corso della vicenda, esattamente come se le stessimo raccontando ad un diario segreto, per poi mettere insieme le nostre pagine.

Nel libro infatti la storia si srotola attraverso la narrazione di episodi vissuti da entrambi i protagonisti ma percepiti in maniera diversa, pertanto espressi con emozioni e sentimenti a volte contrastanti.

I vari capitoli, infatti sono suddivisi proprio in base a chi sta narrando e lo fa in prima persona.

Eravamo molto coinvolti, quindi non è stato difficile. Oltretutto Stefano è una splendida persona, con una sensibilità commovente e mi ha lasciato molto spazio e autonomia per l’assemblaggio finale. Siamo andati subito d’accordo e abbiamo lavorato in sintonia.

5 – Un pregio e un difetto della protagonista?

S. Pregio: ha avuto la forza di rialzarsi confidando tutto a un amico e non farsi mai vedere in difficoltà dalla famiglia, ma soprattutto dal figlio di otto anni.

Difetto: poca stima di sé.

E. Martina ha un pregio che è allo stesso tempo un difetto: L’istinto di protezione. La voglia di salvare ed aiutare chi secondo lei è vittima. In questo caso anche se la vittima è il suo “carnefice”

Questo pregio/difetto della sua anima, l’ha intrappolata.

Anche a questo si riferisce il titolo

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

S. Sì, sto lavorando ormai da qualche mese a un nuovo libro su un tema sociale, ma non posso svelare ancora nulla 😉

“Chi vivrà vedrà”, come ha scritto un grande cantautore italiano.

E. Sì, ma questa volta si tratta di un progetto diverso, a cui lavoro da sola.

E’ ancora in fase embrionale, ma si tratta sempre di un romanzo femminile, psicologico e introspettivo anche se con un taglio decisamente ironico

 7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

S. Estroverso, Dinamico e Socievole

E. Eclettica, sempre impegnata e impegnativa. (se vuoi approfondimenti e motivazioni, posso darteli 🙂 …e credo fermamente che tre aggettivi non bastino. Me ne servirebbero molti di piu 😉

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

S. Nessun aneddoto in particolare

E. E’ stato divertente quando, una sera alle prese con la stesura di un passaggio in cui la protagonista interagisce con il suo bambino e io mi sono rivolta a mio figlio per una consulenza sui pokemon per evitare di scrivere cose sbagliate e lui ha esordito così:

“mamma a cosa ti servono queste informazioni, perché mi chiedi dei pokemon, cosa c’entrano con il tuo libro?”

“sto scrivendo una parte in cui la mamma gioca con il figlio e mi sono ricordata di noi quella volta, ricordi, quando mi hai preso in giro…”

senza farmi concludere la frase interviene serio e dubbioso

“sì, certo me lo ricordo benissimo, dicevi di avere trovato un nuovo pokemon rarissimo, vantandoti di averlo solo tu e non io, e poi mi hai fatto vedere una scatola delle medicine di nonna. Venoruton. Convinta che questa battuta facesse ridere. Mamma, non farmi fare figure di m…, non scrivere sciocchezze e non usarmi per i tuoi fini, non parlare di me!” rispondo guardandolo con aria rassicurante

“ma quali fini, stati tranquillo mica scrivo che sei stato tu a dire quelle cose, ma poi chi ti riconosce…”

per niente convinto mi guarda e dice

“mamma, ho degli amici e una reputazione, non fare come sempre, non mettermi in imbarazzo”

Notando il mio sguardo un po’ avvilito, mi rincuora

“va beh, diremo che stavi parlando di mio fratello. Io negherò sempre tutto”

Ovviamente ho utilizzato tutti e due i miei figli come spunto nelle conversazioni madre/figlio del libro, ma davanti a loro anche io negherò sempre. 🙂

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

S. Saviano – La paranza dei bambini

Hosseini – Il cacciatore di aquiloni

Malot – Senza famiglia

De Amicis – Cuore

E. Che domanda difficile! Io adoro i libri, faccio fatica a citarne solo alcuni e scartarne altri

Potrei citare tra gli italiani Elena Ferrante e la sua tetralogia de “l’amica geniale” e Donato Carrisi.

Per gli stranieri, sono una fan sfegatata di Harry Potter, di tutta la serie di Kay Scarpetta e di Chuck Palahniuk. Adoro i grandi classici e ogni tanto li rileggo…

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

S. Colucci – Contromano

E. Ultimo letto: Il mio anno di riposo e oblio – Ottessa Moshfegh

Ultimo comprato, in lettura: I testamenti – Margaret Atwood

Vi ringrazio molto di aver accettato di partecipare all’intervista e di averlo fatto separatamente

A presto!
Gabrio

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